Dal punto di vista teorico, gli studiosi di formazione e management incardinano la formazione permanente intorno ai concetti seguenti:
1) il LIFELONG LEARNING, ovvero la formazione costante a intervalli regolari, in senso individuale, organizzativo e sociale lungo l’intero arco della vita;
2) il LIFEWIDE LEARNING, inteso come istruzione che abbraccia tutti gli aspetti della vita e in cui tutto diventa occasione di apprendimento, che si distinguono nelle diverse modalità di:
a) apprendimento formale (che si svolge nel sistema di formazione istituzionale, che porta all’ottenimento di diplomi, lauree o titoli riconosciuti);
b) apprendimento non formale (che si svolge al di fuori delle principali strutture di formazione e istruzione e che può attivarsi sul luogo di lavoro, presso organizzazioni ed associazioni culturali);
c) apprendimento informale (tutto ciò che viene dalla vita quotidiana e che spesso non è riconosciuto come tale neppure dall’individuo interessato).
La competenza assume il significato, quindi, di un insieme di abilità nel senso stretto del termine, acquisita attraverso una formazione tecnica, scientifica e professionale, di comportamento sociale, di un’attitudine al lavoro di gruppo, e d’iniziativa e di disponibilità ad affrontare i rischi.
Pertanto, la competenza non è uno stato od una conoscenza posseduta. Non è riducibile né ad un sapere, né a ciò che si è acquisito con la formazione. Non risiede nelle risorse (conoscenze, capacità, da mobilizzare), ma nella mobilizzazione stessa di queste risorse.
“Qualunque competenza è finalizzata (o funzionale) e contestualizzata: essa non può dunque essere separata dalle proprie condizioni di “messa in opera”. La competenza è un saper agire (o reagire) riconosciuto. Qualunque competenza, per esistere, necessita del giudizio altrui…”
La competenza è il patrimonio complessivo di risorse di un individuo nel momento in cui affronta una prestazione lavorativa o il suo percorso professionale. E’ costituita da un mix di elementi, alcuni dei quali hanno a che fare con la natura del lavoro e si possono quindi individuare analizzando compiti e attività svolte; altri invece (es. motivazione, capacità di comunicazione, capacità di problem solving) hanno a che fare con le caratteristiche “personali” del professionista che si mettono in gioco quando lo stesso si attiva nei contesti operativi.
Ciò premesso, è affidato ai Consigli dei Collegi provinciali il compito di recepire con delibera il presente Regolamento. Gli enti rappresentativi a livello provinciale di Categoria si fanno promotori delle iniziative formative, in quanto portavoci delle reali necessità degli stessi professionisti, in chiave di aggiornamento professionale ed aggiornamento tecnico, e della committenza, in assoluta coerenza con le funzioni ed i compiti attribuiti ai Collegi dal D. Lgs. Lgt. n. 382/1944 e dal codice deontologico.
I Periti Industriali iscritti all’Albo professionale, quindi, hanno l’obbligo deontologico di curare ed aggiornare con continuità le conoscenze tecniche e giuridiche necessarie per soddisfare le aspettative dei cittadini e delle Istituzioni.